venerdì 10 marzo 2017

Piccoli trattati di merceologia a cura di Simona Muttini: IL COTONE

Piccoli trattati di merceologia a cura di Simona Muttini: IL COTONE



Ciao a tutte da Elisa Masi!
Stanno piano piano arrivando ben 4 tutorial da parte di alcune artiste molto brave che fanno parte del gruppo!
- vestito estivo
- borse
- abitino bimbo 
- attaccare la cerniera al pantalone
Nel frattempo una nostra amica mi ha proposto di parlare un po' della parte merceologica, e devo dire che l'ho trovata un'ottima idea poiché conoscere i tessuti, da dove derivano , se naturali, artificiali o sintetiche è di un' importanza fondamentale per chi lavora nel mondo del cucito!
Per cui credo davvero che questo post possa aiutare moltissime di noi che non hanno avuto l'opportunità di studiare questa interessante disciplina.
Ma andiamo a presentare la nostra Simona!

Mi Presento Sono Simona Muttini ho 35 anni , ho studiato presso la Lucrezia torna Buoni di Firenze ora ( Lucrezia Cellini), scuola di moda, ho poi lavorato in vari settori della moda e li ho appreso le mie conoscenze, Merceologiche, sartoriali, figurinismo etc...
Ho il mio piccolo bagaglio di esperienze, belle e brutte su l’argomento che stiamo per affrontare ( e non solo), ma scoprirete che sarà veramente facile scoprire gli inghippi, capire se un capo è di lana 100% o misto e quanto di quello che è scritto sul cartellino è vero.









Salve a tutte ,questi sono i miei consigli su come districarvi tra i mille tessuti e i furbi mercanti di tali.

Purtroppo non tutti coloro che vendono tessuti sono pienamente onesti o consapevoli su quello che vendono, molto spesso ignare sarte, mamme tutto fare, home maker, non sanno quello che gli vendono i mercanti di stoffe ma da oggi tutto cambia, voglio portarvi alla consapevolezza dei tessuti e su come sceglierli.

Parte Generale riconoscere le fibre

Dunque, In Primo luogo come tutte noi sappiamo esistono svariati tipi di Tessuti, ma si dividono in quattro tipi naturali, artificiali, sintetiche, minerali ( sono poche ma ce ne sono), e sono :

Naturali:Queste sono ricavate da fibre vegetali, Animali
Vegetali > Cotone, lino, ginestra, Canapa, Juta, cocco, etc >
Animali> Lana, pelo, Seta, Bisso


Artificiali:Si ottengono da materie prime rinnovabili, come la cellulosa del legno e i linters di cotone ( info: http://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=linter ), e sono del tutto assimilabili alle fibre naturali.
Ryon( molto simile alla seta) , acetato, triacetato, gomma o caucciù,Viscosa o seta artificiale

Sintetiche:


Acrilico, modacrilico (acrilico modificato per resistenza alla fiamma), Poliammide (Nylon), Poliestere, Poliuretano (Elastam), Teflon (Gore-tex), Aramidiche (Kevlar)


Minerali:Lana di vetro.

Per maggiori info : https://it.wikipedia.org/wiki/Fibra_tessile




Come potete costatare le fibre tessili sono davvero tante e davvero diverse tra loro, ma come capire che quello che tocchiamo è realmente quello che c’è scritto nell'etichetta?

C’è la nostra mano che saggerà le stoffe una a una, il cotone il lino etc hanno una mano non troppo morbida, anzi quasi ruvida, anche se alcuni cotoni sono freschi al tatto e quasi morbidi noterete che rispetto alle lane hanno una “Mano" diversa e se le confrontate toccandole insieme capirete subito di cosa parlo.
toccando le stoffe imparerete a capire le differenze l’una dall'altra vi consiglio di toccarle insieme e “SENTIRE” le differenze, il tatto è un senso molto prezioso , imparerete così a distinguere:

Il lino dal cotone si differenzia dalla leggerezza e dalla freschezza rispetto al cotone.

Il cotone tende a non essere troppo leggero a meno che non sia misto al lino.
Il lino essendo di trama diversa dal cotone e più leggero fa traspirare la pelle dando quel senso di sollievo nelle giornate afose, però il fatto che il lino sia più leggero del cotone non significa che costi meno anzi, fa lievitare il suo prezzo.

Differenza tra la seta e la viscosa:

La seta è più lucida , morbida e ha una freschezza e leggerezza unica, può essere anche pesante, ricamata, ma la sua caratteristica di lucentezza è quasi inarrivabile(solo il tessuto di Ryon riesce abbastanza a simularne le caratteristiche ).
La viscosa invece è più pesante, ma ugualmente leggera e ben più economica

La differenza tra fibre sintetiche e naturali:

Per quanto le sintetiche cerchino di imitare le naturali hanno una “Mano" ben diversa; la lana non sarà uguale al pile per esempio,ha una mano un po’ più naturale e ruvida rispetto al morbido e sintetico pile( fatto per altro dai nostri tappi di bottiglia, caldo e comodo ma non traspirante come la lana)

Per riconoscere la differenza è possibile eseguire la prova alla fiamma:

Una fibra vegetale quando brucia odora di carta bruciata, la combustione è veloce e lascia come residuo cenere nera.
Una fibra animale odorerà di capello bruciato (cornea) o penne di pollo bruciate, lascia un residuo quasi solido ma di cenere.
La fibra sintetica emanerà un odore di plastica e il residuo si presenterà filamentoso quando è caldo e solido appena raffreddato, i misti di tali fibre lasceranno un mix di residui , non dico di andare in giro a dar fuoco a tutto ma solo un filo del tessuto.
La parte più difficile è individuare i misti e le percentuali, purtroppo solo una buona mano allenata e un olfatto preparato riusciranno a riconoscere più o meno la veridicità dell'etichetta.





Parliamo dunque del Cotone

Il cotone vive e ha vissuto nelle nostre case sotto forma di centrini, lenzuola, vestiti, biancheria, cuscini, viene utilizzato nelle più svariate tonalità data la sua adattabilità nella colorazione, il cotone puro però come verrà specificato nell'articolo citato sottostante, ha il problema di sgualcirsi, e strapparsi, scolorirsi e ingiallirsi, lo scolorimento e l’ingiallimento è dovuto dalla sua natura vegetale, la quale rilascia gli acidi di trattamento più velocemente che una fibra animale che si comporta più come i nostri capelli ( per farla breve) e quindi tendono a rilasciare i colore e gli acidi più lentamente.
Per ovviare a questi problemi di solito le aziende preferiscono “mischiare” il cotone con altre fibre più durevoli e più adatte al rilascio lento dei colori, inoltre nuove tecnologie di acidi hanno portato il cotone a “ Durare un po’ di più”.
Come tutti i tessuti vegetali e animali è consigliabile lavarli a mano, proteggerli dalle tarme con lavanda e non prodotti chimici che accelerano l’invecchiamento del tessuti. 

[IL nome Cotone viene dall’arabo Katun ovvero “terra di conquista”, è una pianta erbacea formata da un arbusto con foglie e fiori di colore rosso e giallo; quando il fiore viene fecondato cresce una capsula che giunta a maturazione si apre in 4 parti mostrando così il batuffolo di cotone.
La parte che interessa l’uomo è però il frutto, ovvero la fibra, che si sviluppa all'interno della capsula a partire da 5 a 8 semi.
La lunghezza delle fibre di cotone è molto importante da un punto di vista commerciale, poiché più esse saranno lunghe, più pregiati diverranno i filati ottenuti.
Benché il cotone sia di per sé molto morbido e assorbente, grazie al' abbondante presenza di cellulosa di cui è costituito, la fibra è meno robusta, per cui non si usura ma si strappa, è poco elastica e si sgualcisce.
Originaria dei Paesi tropicali, la pianta del cotone è prettamente coltivata in paesi caldi ove a stagioni molto umide se ne alternano altre caldo-aride, essenziali per garantirne una maturazione ottimale. Queste zone sono, ad esempio, il Brasile, l’Egitto, la Cina, il Pakistan e Uzbekistan. Da un punto di vista storico il cotone approdò in Europa solo attorno all'anno mille, a differenza di paesi come India e Perù dove veniva già coltivato dal secondo millennio a. C.

Furono gli Arabi a portarlo nel vecchio continente, più precisamente in Sicilia, nel IX secolo, tuttavia per la sua diffusione si dovettero aspettare ben tre secoli poiché, per la sua difficile lavorazione, il cotone era considerato un tessuto di lusso al pari della seta.
Quando invece gli europei scoprirono le Americhe, conobbero presso le popolazioni indigene di Messico, Perù e Brasile, un’antica e radicata tradizione di coltivazione e lavorazione, favorita soprattutto da una particolare propensione del clima e del terreno, e ne rimasero affascinati: le piante coltivate nel nuovo mondo erano diverse da quelle possedute in Europa ed erano anche molto più adatte alla filatura.


Col passare dei secoli le coltivazioni trovarono grande diffusione nelle colonie francesi e britanniche degli odierni Stati Uniti meridionali, fino alla vera e propria espansione di immense piantagioni in tutti gli stati compresi tra l’Oceano Atlantico e la valle del Mississipi, dovuta, sulla scia della Rivoluzione Industriale, alla comparsa della prima macchina sgranatrice detta “Gin”nel 1792, che fece crollare notevolmente i costi di produzione.
Tuttavia l’innovativo macchinario non sopperiva alla raccolta dei semi, che fino al culmine della guerra civile americana venne svolta dagli schiavi africani, sradicati a milioni dalle loro terre native per essere venduti e sfruttati.
Oltre alla “Gin” contribuirono allo sviluppo dell’industria del cotone anche l’invenzione del telaio meccanico e della macchina a vapore, che ne snellirono la produzione e resero più economica la vendita. Il fatturato rimase continuo e rapido fino alla Prima Guerra mondiale, allorché rallentò a causa di una malattia che contagiò le piante e all'introduzione di fibre artificiali e sintetiche.
A differenza del passato, dove dalla capsula del cotone si ricavava un gomitolo di filamenti che veniva trattato e lavorato a mano prima di essere inviato alle industrie tessili, oggi in paesi avanzati come gli U.S.A., tutto il ciclo di produzione risulta meccanizzato. Dopo la raccolta, infatti, effettuata mediante apposite macchine raccoglitrici, i semi vengono passati in una sgranatrice che elimina foglie, polvere e terra separando anche la peluria di cellulosa, la quale viene raccolta per formare fili che una volta lavorati danno il tessuto

Oggi il cotone è a livello tessile l’elemento naturale a costo più ridotto e maggiormente adoperato; confrontato con la lana, trattiene meno il calore, perciò nel campo dell’abbigliamento viene utilizzato soprattutto per gli indumenti estivi. Facilmente lavabile a mano o in lavatrice, in quanto la sua resistenza migliora notevolmente allo stato umido, può ingiallirsi alla luce diretta del sole durante l’asciugatura.
Questo materiale viene anche utilizzato per la realizzazione di corde e imballaggi, produzione di accessori ad uso medicale e cosmetico, come l’ovatta e il cotone idrofilo, e addirittura per la realizzazione di esplosivi.
Per questa moltitudine di motivi è una delle poche specie vegetali a uso non alimentare che l’uomo coltiva intensamente da secoli, essendo fonte di guadagno per almeno 300 milioni di persone e rivestendo un ruolo di spicco per lo sviluppo economico e sociale di tutto il mondo.
Citazione da [© Borettini Giordano S.r.l.] e Testo iniziale di Simona Muttini








Ringraziamo Simona per aver trattato questo testo con tanta cura e attendiamo con ansia le prossime fibre!
Come sempre vi invito a condividere il post se vi è piaciuto e continuare a seguirci qui, o sulla pagina facebook!

un saluto da  Elisa 





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